L'ex presidente del Club Alpino Italiano (CAI) di Bergamo ha compiuto un'iniziativa significativa, unendo la sua passione per la montagna a un profondo impegno civile. Negli anni 2022, 2023 e 2024, ha scalato cinquanta vette, portando con sé la bandiera dell'Associazione Italiana per la Donazione di Organi, Tessuti e Cellule (AIDO) in ognuna di queste ascensioni, come simbolo del dono della vita.
Questo gesto non è solo un tributo alla montagna, ma anche un potente messaggio di solidarietà e consapevolezza. Le tre bandiere, fotografate e inviate dall'ex presidente, rappresentano i tre anni consecutivi di questo percorso significativo, ciascuno dedicato a promuovere l'importanza della donazione di organi. Ogni bandiera racconta una storia di impegno, di resistenza e di speranza, e il suo gesto ha ispirato numerosi alpinisti e sostenitori della causa AIDO.
Portare la bandiera di AIDO in vetta non è solo un atto simbolico, ma un invito a riflettere sull'importanza della donazione, che può salvare vite. Le cime scalate in questi tre anni diventano così non solo conquiste personali, ma tappe di un percorso più ampio, dedicato alla promozione del valore del dono e alla sensibilizzazione su un tema di grande rilevanza sociale.
Il legame tra la montagna e la vita si rafforza in questo cammino, dove ogni vetta rappresenta una vittoria contro le difficoltà, un tributo alla vita stessa e un richiamo a sostenere chi, attraverso la donazione, può offrire una nuova speranza a chi è in attesa. Questo progetto è un esempio di come la passione personale possa trasformarsi in un contributo concreto alla comunità, rendendo omaggio non solo alla natura, ma anche alla vita e alla solidarietà umana.
Vertova 7 luglio 2024
Il Cereto è una montagna delle Prealpi Bergamasca situata . È posto nella bassa Val Serianed è una delle prime vette delle Prealpi, formata da due cime distinte, con la cima principale di 936 mt
Sui versanti rivolti a sud del monte Cereto, si trova un terreno calcareo ed arido con scarsa vegetazione (anche a causa del vento incessante). Più a valle vi sono aree destinate a coltivazioni e coperte da distese erbose, nelle quali il bosco è limitato ai punti in cui sono presenti fenomeni carsici: si tratta di bosco ceduo di castagnocon ceppaie e polloni resuduo di castagneti abbandonati.
Il terzo ed ultimo ambiente è quello che si ritrova nei pressi del torrente Guarnasco, con una zona più umida e fresca ricoperta da un bosco ceduo con piante ad alto fusto, nel cui sottobosco sono diffusi rovi, ginepri, noccioli, ma anche viburno lantana, sambuco, biancospino ed il ligustro.
Mario Dometti
Presolana 10 luglio 2024
La Presolana è comunemente conosciuta come la "Regina delle Orobie." Con un'altitudine di 2.521 metri, il massiccio della Presolana è una delle montagne più iconiche e amate delle Alpi Orobie, situata in provincia di Bergamo, Lombardia.
La Presolana è celebre per le sue imponenti pareti rocciose e per i suoi scenari mozzafiato, che la rendono una meta ambita per escursionisti, alpinisti e appassionati di arrampicata. Il suo profilo inconfondibile, con le sue pareti verticali e creste affilate, offre numerosi itinerari di diversa difficoltà, dalla semplice escursione alla scalata tecnica.
La montagna è un simbolo per la gente della Val Seriana e della Val di Scalve, ed è apprezzata sia per la bellezza naturale che per le sfide alpinistiche che propone. La Presolana non è solo una montagna, ma un luogo di grande importanza culturale e storica per la regione, amata e rispettata da generazioni di montanari e appassionati di montagna.
La storia di Paolo Valoti che porta la bandiera delle "50 vette per il dono della vita" sul Pizzo Arera è davvero ispirante. La bellezza e la maestosità di questa montagna prealpina offrono un contesto ideale per un'impresa così significativa.
Il Pizzo Arera, con i suoi 2512 metri sul livello del mare, è un'icona delle Prealpi Orobiche, situato tra la Val Brembana e la Val Seriana. Questa montagna è rinomata per le sue pareti e creste di roccia calcarea chiara e compatta, che la rendono un luogo affascinante per gli appassionati di alpinismo e escursionismo.
La salita al Pizzo Arera è descritta come bellissima e appagante. Il percorso, sebbene impegnativo, premia gli scalatori con panorami spettacolari grazie alla posizione isolata del massiccio. Dalla vetta, è possibile ammirare tutte le Orobie e le Alpi Retiche, e in giornate limpide, si possono vedere anche le principali vette delle Alpi Pennine.
Immaginare Paolo Valoti sulla cima del Pizzo Arera, con la bandiera di Aido in mano, è emozionante. Questo gesto non è solo una dimostrazione di forza e determinazione, ma anche un potente messaggio di speranza e solidarietà. La campagna "50 vette per il dono della vita" mira a sensibilizzare sull'importanza delle donazioni di organi, offrendo una seconda possibilità di vita a chi è in difficoltà.
Il panorama mozzafiato che si presenta dalla cima del Pizzo Arera, unito alla simbolica bandiera di Aido, rappresenta perfettamente il messaggio della campagna: la bellezza della vita e la potenza di un semplice "sì" alle donazioni. Questi panorami non sono solo da vedere, ma da vivere e condividere, soprattutto con chi ha avuto una seconda opportunità grazie alla generosità altrui.
In conclusione, l'impresa di Paolo Valoti sul Pizzo Arera è un'ispirazione per tutti, ricordandoci quanto sia preziosa la vita e quanto possiamo fare per gli altri con un piccolo gesto di altruismo.
Pizzo Pradella (foto sopra) 9 agosto 2024
, a 2.621 metri nelle Alpi Orobie, è una montagna situata in provincia di Bergamo, apprezzata per la sua natura selvaggia e i panorami mozzafiato. È una meta ideale per escursionisti esperti, con percorsi impegnativi che offrono viste spettacolari sulle cime circostanti e sulle valli sottostanti. Meno conosciuto rispetto ad altre vette delle Orobie, il Pizzo Pradella offre un'esperienza intima e immersiva, ideale per chi cerca avventura lontano dai sentieri più battuti. L'ambiente, ricco di fauna come camosci e aquile reali, aggiunge fascino a questa vetta alpina.
Tra i paesi vicini più rilevanti ci sono Valbondione, Fiumenero e Gromo. Valbondione, in particolare, è noto per essere un importante punto di accesso alle alte cime delle Orobie, inclusi il Pizzo Coca e il Pizzo Redorta, e come detto, Pizzo Pradella.
Pizzo Racastello (foto a lato) 9 agosto 2024
l Pizzo Recastello si eleva a 2.886 metri nelle Alpi Orobie. Questa vetta è una delle più caratteristiche e frequentate del gruppo del Barbellino, noto per i suoi paesaggi spettacolari e le numerose opportunità alpinistiche.
Il Pizzo Recastello si trova nel comune di Valbondione . La montagna è costituita principalmente da rocce metamorfiche, che conferiscono solidità e rendono la sua scalata impegnativa. La sua posizione offre viste mozzafiato sulle montagne circostanti, tra cui il Pizzo Coca e il Pizzo Redorta, nonché su altre cime delle Alpi Retiche e la pianura padana nelle giornate limpide.
Il Pizzo Recastello è una meta molto popolare tra gli alpinisti, grazie alla varietà di percorsi di salita, molti dei quali richiedono una buona esperienza tecnica. La via normale, che è la più frequentata, parte generalmente dal Rifugio Barbellino, ma non è priva di difficoltà e richiede un buon allenamento e resistenza alla quota. Oltre alla via normale, esistono diverse altre vie più difficili che mettono alla prova le capacità di arrampicata su roccia e ghiaccio degli alpinisti esperti.
Dalla cima del Pizzo Recastello, si può godere di un panorama straordinario, che abbraccia le principali vette delle Alpi Orobie e, in condizioni atmosferiche favorevoli, permette di vedere anche le Alpi Retiche e la pianura sottostante. Questo rende la salita particolarmente gratificante non solo per l'impresa alpinistica, ma anche per la bellezza dei paesaggi circostanti.
Il punto di partenza principale per l’ascesa al Pizzo Recastello è il Rifugio Barbellino, che serve come base per molte escursioni nell'area. Da qui, gli alpinisti possono scegliere tra diverse vie di salita in base al loro livello di preparazione e alle condizioni meteorologiche, che possono influenzare notevolmente la difficoltà dell'ascensione.
Il Monte Gleno 13 agosto 2024
è una montagna di grande rilevanza storica e geografica nelle Alpi Orobie. La sua cresta divide la Valle Seriana e la Valle di Scalve, due valli importanti del territorio bergamasco. È conosciuto anche per il disastro del Gleno del 1923, quando una diga crollò causando una devastante alluvione nella Valle di Scalve.
La scelta del Monte Gleno da parte dell'AIDO non è casuale. L'associazione, che si occupa di promuovere la cultura della donazione di organi, tessuti e cellule, ha voluto legare il simbolo della montagna, un luogo di altezza e difficoltà, con l'importanza della donazione, un atto che permette di "raggiungere nuove vette" nella vita di chi riceve un trapianto.
Il messaggio che AIDO vuole trasmettere attraverso questo evento è chiaro: la donazione di organi è un dono inestimabile, che può salvare vite e permettere a molti di raggiungere nuove vette, sia fisiche che simboliche. La presenza dell'AIDO sul Monte Gleno simboleggia il costante impegno dell'associazione a rimanere "sempre in vetta" per promuovere la cultura della donazione e per ricordare l'importanza di questo gesto di solidarietà.
Questa iniziativa serve a rafforzare il messaggio di solidarietà e speranza, utilizzando la montagna come metafora della sfida e della conquista. Il Monte Gleno, con la sua storia e la sua maestosità, diventa così il palco ideale per diffondere un messaggio positivo e di vita, portando alla ribalta l'importanza della donazione di organi.
Monte Menna
Il Monte Menna si trova tra le valli Brembana e Serina, offrendo una vista spettacolare sulle valli circostanti e sulle altre cime delle Prealpi Orobie.
Sentieri e escursioni: Esistono diversi itinerari escursionistici che conducono alla cima del Monte Menna. Alcuni percorsi sono piuttosto impegnativi e richiedono una buona preparazione fisica e una certa esperienza di montagna. Tra i percorsi più popolari c'è quello che parte da Zorzone, una frazione del comune di Oltre il Colle.
Flora e fauna: La zona del Monte Menna è ricca di biodiversità, con una varietà di piante alpine e animali selvatici. È possibile avvistare specie come camosci, marmotte e, con un po' di fortuna, anche l'aquila reale.
Il Monte Menna è noto per la sua composizione geologica, caratterizzata da rocce calcaree, che conferiscono al paesaggio un aspetto maestoso e drammatico, con pareti rocciose scoscese e creste affilate.Oltre alla bellezza naturale, il Monte Menna è circondato da diverse altre attrazioni, come i rifugi alpini e le antiche malghe, che testimoniano la tradizione pastorale della zona.
Monte Vindiolo
Da Valcanale seguire le indicazioni per Rif Alpe Corte, avendo poi 2 possibilita’:
– poco prima di raggiungerlo si prende il bivio per Rif e passo Branchino
– raggiungere il Rifugio Alpe Corte, a pochi minuti dal bivio, e poco dopo il Rifugio si trovano le indicazoni per il Passo Branchino, che in breve si ricongiunge alla prima possibilita’
Si passa per la Baita bassa e poi alta di Nevel, poi, per ambiente sempre piu’ ampio, si raggiunge il Rif Branchino, con alle spalle l’omonimo lago.
Con un dolce traverso sopra il laghetto si raggiunge il Passo Brachino.
Dal passo scendere di circa 20 m nella valletta sottostante e risalire i pendii verso un piccolo rudere; da quest’ultimo seguire il percorso logico di dorsale e creste.
Ad una selletta inizia la parte piu’ ripida di cresta che porta al Monte Vetro 2054 m, facendo attenzione all’esposizione sul lato nord della montagna.
Dal Monte Vetro scendere per ampia e dolce cresta di circa altri 20 m e risalire al vicino Monte Vindiolo 2056 m, sempre per ampia cresta.
Ritorno seguendo il percorso dell’andata, tagliando eventualmente la base del Monte Vetro.
Pizzo del diavolo di Malgina 25 agosto 2024
Il Pizzo del Diavolo della Malgina è cosi chiamato per differenziarlo dall´omonimo Pizzo del Diavolo che si trova in Val Brembana ed è la montagna più alta nella cerchia del Rifugio Curò. Il sentiero per la salita è ben segnalato fino al Lago della Malgina, dopo si seguono rari bolli rossi e omini (sconsigliabile con nebbia).
Da Bergamo prendere la statale della Val Seriana fino a Ponte Nossa, quindi si prende la Provinciale della Val Bondione e oltrepassato il paese si può parcheggiare in Loc. Grumetti (q. 975 m), quindi si segue il sentiero per il Rif. Curò con segnavia CAI 305.
La Cima dell’Amicizia è in realtà il monte Pietra Quadra a Roncobello.
Vetta Pizzo Tornello 31 agosto 2024
Cima isolata di bella forma che divide la valle del Gleno dalla valle del Vo, particorlarmente ricca di acque e solcata dal torrente Tino, panoramicamte stupenda. È la cima più alta del gruppo Tornello Venerocolo.
Accesso: Statale della Val Seriana fino al Passo della Presolana quindi si scende a Dezzo e si prosegue per la statale della Val di Scalve, superata Vilminore al cartello Vilmaggiore si gira a sinistra, si entra in paese e si parcheggia nello spiazzo della chiesa.
Descrizione della salita: Si sale seguendo il sentiero segnato n. 432 che conduce alla Baita Napoleone, dopo circa 10 minuti ad un bivio segnato con cartello segnavia n. 412 Lago di Varro - Pizzo Tornello si segue a destra tralasciando il n. 432 che a sinistra porta alla suddetta baita. Si sale nel bosco seguendo le segnalazioni CAI bianco rosse per ripide serpentine che portano ad un fontanino. Usciti dal bosco per magri pascoli, sempre seguendo fedelmente i segni, si perviene ad un bivio dove un cartello indicatore indica a sinistra la Baita del Varro e si arriva cosi alla Baita (q. 2010 m). Risalendo sempre su terreno ora pascolivo ora pietroso si perviene in una conca con grosso omino in pietra, piu sopra si sbuca nella conca del Lago di Varro (q. 2236 m), si continua verso N aggirando il lago alla nostra sinistra e si sale l´evidente sella che separa il Pizzo Tornello al Monte Tornone. Qui giunti si sale a sinistra per costa pietrosa e si giunge sulla vetta con grande Croce Bianca.
Discesa: Come per la salita. Salita piuttosto faticosa ma molto appagante, si puo anche salire dal Rif. Tagliaferri dalla Valle del Vo, comunque la salita dalla Valle del Tino qui descritta, come detto, è molto appagante.
Cimon della Bagossa 7 settembre 2024
n Val di Scalve, insieme ad Alpini ANA e Soci CAI di Colio, per il dono della vita.
Il Cimone della Bagozza è una vetta piuttosto appariscente che si innalza tra l'alta Val di Scalve e la valle di Lozio, breve ramo laterale della Val Camonica, sulla dorsale che comprende anche il Pizzo Camino e che culmina nel gruppo montuoso della Concarena, all'estremità orientale. Il versante meridionale della montagna fa parte, dal punto di vista amministrativo, della Provincia di Brescia, mentre il versante settentrionale è interamente in Provincia di Bergamo.
Valbondione 28 settembre 2024
IL GIGANTE DELLE OROBIE PER IL DONO DELLA VITA
Con i suoi 3.052 m il pizzo Coca è la vetta orobica più alta, piazzandosi davanti al pizzo Redorta (3.038 m) e alla punta Scais (3.038 m). Si eleva maestoso oltre 2000 m sopra il fondovalle seriano e separa la valle di Coca, la Valmorta e la val d'Arigna. Il versante nord (valtellinese) è il più austero, caratterizzato da pendii scoscesi alla base dei quali sono presenti piccoli ghiacciai, come la Vedretta del Marovin e la Vedretta del Lupo. I versanti sud ed est (bergamaschi), meno selvaggi ma comunque impervi, sono quelli su cui si sviluppano le vie di salita più battute.
Ha due sommità distanti una cinquantina di metri: la meridionale (cima principale), interamente compresa nel territorio seriano, che si trova subito a nord dell'incontro degli spigoli sud e sud-est, e la settentrionale, di elevazione appena minore, situata sulla linea orografica principale.
Dalla cima si può godere di un grandioso panorama a 360° sulle Orobie e le Alpi Retiche. Oltre a diverse vette minori, si possono ammirare:
Sul versante bergamasco il Coca, insieme al Redorta e allo Scais, fa parte di una dentellata cresta disposta a ferro di cavallo attorno ad una conca detritica chiamata Conca dei Giganti (perché delimitata dalle 3 vette orobiche più alte), la quale ospita il lago di Coca. Appena a nord-ovest del pizzo Coca sorge il Dente di Coca, montagna alpinisticamente molto più difficile.
Il suo nome deriva dal termine Cocca, che significa "vetta"