in vetta per il dono della vita - 2024
Gruppo Comunale Azzonica - Rifugio Balicco sopra Mezzoldo 1963 mt slm
Azzonica 10 luglio 2024
Al rifugio Balicco sopra Mezzoldo a 1963 metri s.l.m il rifugio è stato rimesso a nuovo una decina di anni fa da regione Lombardia. Con AIDO di Azzonica e Azzano San Paolo c’è una trapiantata di reni e pancreas, il secondo trapianto del genere a Bergamo. La signora barbara Rota e il marito Alberto Bresciani, sono di Grassobio.
Franco Cometti
Gruppo Comunale di Azzonica: Monte Alben mt.2019 slm
Azzonica 21 luglio 2024
Escursione al Monte Alben da Zambla Alta oppure da Oltre il Colle.
Monte Alben è una montagna di 2.019 metri di altezza che si trova tra la Valle Brembana e la Valle Seriana , caratterizzata da una splendida parete est dove si possono ammirare alte pareti di roccia e una moltitudine di guglie e creste rocciose.
Il modo più semplice per raggiungere la vetta, è partire da Zambla Alta oppure da Oltre il Colle. Nella sezione varianti descrivo inoltre il percorso per chi vuole partire da Cornalba e un’interessante combo di vette per gli escursionisti ben allenati
Mario Dometti
in vetta per il dono della vita - 2024
Gruppo Comunale di Averara sul monte L a Corna 1571 mt slm
Averara 7 luglio 2024
Monte "La Corna" è una montagna situata nel comune di Averara, con un'altitudine di circa 1.565 metri sul livello del mare. Fa parte delle Prealpi Orobie, una catena montuosa delle Alpi Meridionali, caratterizzata da una ricca varietà di flora e fauna e paesaggi naturali mozzafiato. La montagna è una meta popolare per gli escursionisti e gli amanti della montagna, con vari sentieri che permettono di esplorare l'area e offrono viste panoramiche spettacolari, adatti sia a principianti che a escursionisti esperti. La zona circostante Averara è ricca di storia e cultura, con testimonianze del passato come antichi borghi, chiese storiche e strutture in pietra. Monte "La Corna" è accessibile tramite sentieri ben segnalati e, per chi ama la natura incontaminata, offre l'opportunità di osservare una varietà di piante e animali, fare picnic e godersi la tranquillità dell'ambiente montano. Questa destinazione è perfetta per una giornata immersa nella natura, offrendo opportunità sia per attività fisica che per rilassarsi e godersi i panorami alpini.
Percorso ad anello da Averara passando per:
- La Corna (5.8 km)Percorso ad anello da Averara passando per:
- La Corna (5.8 km)
Lasciata l'auto ad Averara, precisamente Loc. Costa presso Chalet il Fungo, si imbocca il sentiero che sale dopo le ultime case.
Ci si addentra subito in un bellissimo bosco che non lasceremo più fino all'arrivo al rifugio.
Il sentiero è ben segnato e il bosco davvero incantato.Si seguono i segnavia bianco/rossi, e una volta arrivati alla panchina una foto al panorama è d'obbligo.Si prosegue sempre su bel sentiero sino add arrivare sotto al rifugio. Il posto è davvero incantevole come il rifugio stesso (appena strutturato) e il gestore è davvero disponibilissimo. Cibo ottimo e ospitalità impeccabile. Su suggerimento dello stesso decidiamo di scendere da un'altro sentiero e seguire la breve deviazione per salire al Monte La Corna, (bollini rossi) da dove si gode una vista davvero straordinaria!! Dopo esserci rifocillati scendiamo e riprendiamo il sentiero che, ricongiungendosi a quello usato per l'andata, ci riporta ad Averara.
Noi decidiamo di perlustrare un altro sentiero che, non essendo molto battuto, facciamo un pò di fatica, ma senza preoccupazioni ritorniamo su quello principale e scendiamo tranquillamente alla macchina.
Il gruppo AIDO di Averara ha messo anche una targa ricordo.
Mario Dometti
in vetta per il dono della vita - 2024
Paolo Valoti
Un Cammino di Vita: L'ex presidente del CAI Bergamo e le "cinquanta vette" con le bandiere AIDO,
L'ex presidente del Club Alpino Italiano (CAI) di Bergamo ha compiuto un'iniziativa significativa, unendo la sua passione per la montagna a un profondo impegno civile. Negli anni 2022, 2023 e 2024, ha scalato cinquanta vette, portando con sé la bandiera dell'Associazione Italiana per la Donazione di Organi, Tessuti e Cellule (AIDO) in ognuna di queste ascensioni, come simbolo del dono della vita.
Questo gesto non è solo un tributo alla montagna, ma anche un potente messaggio di solidarietà e consapevolezza. Le tre bandiere, fotografate e inviate dall'ex presidente, rappresentano i tre anni consecutivi di questo percorso significativo, ciascuno dedicato a promuovere l'importanza della donazione di organi. Ogni bandiera racconta una storia di impegno, di resistenza e di speranza, e il suo gesto ha ispirato numerosi alpinisti e sostenitori della causa AIDO.
Portare la bandiera di AIDO in vetta non è solo un atto simbolico, ma un invito a riflettere sull'importanza della donazione, che può salvare vite. Le cime scalate in questi tre anni diventano così non solo conquiste personali, ma tappe di un percorso più ampio, dedicato alla promozione del valore del dono e alla sensibilizzazione su un tema di grande rilevanza sociale.
Il legame tra la montagna e la vita si rafforza in questo cammino, dove ogni vetta rappresenta una vittoria contro le difficoltà, un tributo alla vita stessa e un richiamo a sostenere chi, attraverso la donazione, può offrire una nuova speranza a chi è in attesa. Questo progetto è un esempio di come la passione personale possa trasformarsi in un contributo concreto alla comunità, rendendo omaggio non solo alla natura, ma anche alla vita e alla solidarietà umana.
Paolo Valoti - past presidente del CAI Bergamo - Monte Cereto 922 mt slm
Vertova 7 luglio 2024
Il Cereto è una montagna delle Prealpi Bergamasca situata . È posto nella bassa Val Serianed è una delle prime vette delle Prealpi, formata da due cime distinte, con la cima principale di 936 mt
Sui versanti rivolti a sud del monte Cereto, si trova un terreno calcareo ed arido con scarsa vegetazione (anche a causa del vento incessante). Più a valle vi sono aree destinate a coltivazioni e coperte da distese erbose, nelle quali il bosco è limitato ai punti in cui sono presenti fenomeni carsici: si tratta di bosco ceduo di castagnocon ceppaie e polloni resuduo di castagneti abbandonati.
Il terzo ed ultimo ambiente è quello che si ritrova nei pressi del torrente Guarnasco, con una zona più umida e fresca ricoperta da un bosco ceduo con piante ad alto fusto, nel cui sottobosco sono diffusi rovi, ginepri, noccioli, ma anche viburno lantana, sambuco, biancospino ed il ligustro.
Mario Dometti
Paolo Valoti sulla regina delle Orobiel: la Presolana
Presolana 10 luglio 2024
La Presolana è comunemente conosciuta come la "Regina delle Orobie." Con un'altitudine di 2.521 metri, il massiccio della Presolana è una delle montagne più iconiche e amate delle Alpi Orobie, situata in provincia di Bergamo, Lombardia.
La Presolana è celebre per le sue imponenti pareti rocciose e per i suoi scenari mozzafiato, che la rendono una meta ambita per escursionisti, alpinisti e appassionati di arrampicata. Il suo profilo inconfondibile, con le sue pareti verticali e creste affilate, offre numerosi itinerari di diversa difficoltà, dalla semplice escursione alla scalata tecnica.
La montagna è un simbolo per la gente della Val Seriana e della Val di Scalve, ed è apprezzata sia per la bellezza naturale che per le sfide alpinistiche che propone. La Presolana non è solo una montagna, ma un luogo di grande importanza culturale e storica per la regione, amata e rispettata da generazioni di montanari e appassionati di montagna.
Paolo Valoti - pizzo Arera 2512 t slm
La storia di Paolo Valoti che porta la bandiera delle "50 vette per il dono della vita" sul Pizzo Arera è davvero ispirante. La bellezza e la maestosità di questa montagna prealpina offrono un contesto ideale per un'impresa così significativa.
Il Pizzo Arera, con i suoi 2512 metri sul livello del mare, è un'icona delle Prealpi Orobiche, situato tra la Val Brembana e la Val Seriana. Questa montagna è rinomata per le sue pareti e creste di roccia calcarea chiara e compatta, che la rendono un luogo affascinante per gli appassionati di alpinismo e escursionismo.
La salita al Pizzo Arera è descritta come bellissima e appagante. Il percorso, sebbene impegnativo, premia gli scalatori con panorami spettacolari grazie alla posizione isolata del massiccio. Dalla vetta, è possibile ammirare tutte le Orobie e le Alpi Retiche, e in giornate limpide, si possono vedere anche le principali vette delle Alpi Pennine.
Immaginare Paolo Valoti sulla cima del Pizzo Arera, con la bandiera di Aido in mano, è emozionante. Questo gesto non è solo una dimostrazione di forza e determinazione, ma anche un potente messaggio di speranza e solidarietà. La campagna "50 vette per il dono della vita" mira a sensibilizzare sull'importanza delle donazioni di organi, offrendo una seconda possibilità di vita a chi è in difficoltà.
Il panorama mozzafiato che si presenta dalla cima del Pizzo Arera, unito alla simbolica bandiera di Aido, rappresenta perfettamente il messaggio della campagna: la bellezza della vita e la potenza di un semplice "sì" alle donazioni. Questi panorami non sono solo da vedere, ma da vivere e condividere, soprattutto con chi ha avuto una seconda opportunità grazie alla generosità altrui.
In conclusione, l'impresa di Paolo Valoti sul Pizzo Arera è un'ispirazione per tutti, ricordandoci quanto sia preziosa la vita e quanto possiamo fare per gli altri con un piccolo gesto di altruismo.
Paolo Valoti - pizzo Pradella 2626 mt slm e Pizzo Racastello 2866 mt slm
Pizzo Pradella (foto sopra) 9 agosto 2024
, a 2.621 metri nelle Alpi Orobie, è una montagna situata in provincia di Bergamo, apprezzata per la sua natura selvaggia e i panorami mozzafiato. È una meta ideale per escursionisti esperti, con percorsi impegnativi che offrono viste spettacolari sulle cime circostanti e sulle valli sottostanti. Meno conosciuto rispetto ad altre vette delle Orobie, il Pizzo Pradella offre un'esperienza intima e immersiva, ideale per chi cerca avventura lontano dai sentieri più battuti. L'ambiente, ricco di fauna come camosci e aquile reali, aggiunge fascino a questa vetta alpina.
Tra i paesi vicini più rilevanti ci sono Valbondione, Fiumenero e Gromo. Valbondione, in particolare, è noto per essere un importante punto di accesso alle alte cime delle Orobie, inclusi il Pizzo Coca e il Pizzo Redorta, e come detto, Pizzo Pradella.
Pizzo Racastello (foto a lato) 9 agosto 2024
l Pizzo Recastello si eleva a 2.886 metri nelle Alpi Orobie. Questa vetta è una delle più caratteristiche e frequentate del gruppo del Barbellino, noto per i suoi paesaggi spettacolari e le numerose opportunità alpinistiche.
Il Pizzo Recastello si trova nel comune di Valbondione . La montagna è costituita principalmente da rocce metamorfiche, che conferiscono solidità e rendono la sua scalata impegnativa. La sua posizione offre viste mozzafiato sulle montagne circostanti, tra cui il Pizzo Coca e il Pizzo Redorta, nonché su altre cime delle Alpi Retiche e la pianura padana nelle giornate limpide.
Il Pizzo Recastello è una meta molto popolare tra gli alpinisti, grazie alla varietà di percorsi di salita, molti dei quali richiedono una buona esperienza tecnica. La via normale, che è la più frequentata, parte generalmente dal Rifugio Barbellino, ma non è priva di difficoltà e richiede un buon allenamento e resistenza alla quota. Oltre alla via normale, esistono diverse altre vie più difficili che mettono alla prova le capacità di arrampicata su roccia e ghiaccio degli alpinisti esperti.
Dalla cima del Pizzo Recastello, si può godere di un panorama straordinario, che abbraccia le principali vette delle Alpi Orobie e, in condizioni atmosferiche favorevoli, permette di vedere anche le Alpi Retiche e la pianura sottostante. Questo rende la salita particolarmente gratificante non solo per l'impresa alpinistica, ma anche per la bellezza dei paesaggi circostanti.
Il punto di partenza principale per l’ascesa al Pizzo Recastello è il Rifugio Barbellino, che serve come base per molte escursioni nell'area. Da qui, gli alpinisti possono scegliere tra diverse vie di salita in base al loro livello di preparazione e alle condizioni meteorologiche, che possono influenzare notevolmente la difficoltà dell'ascensione.
Paolo Valoti - Monte Gleno 2882 mt slm
Il Monte Gleno 13 agosto 2024
è una montagna di grande rilevanza storica e geografica nelle Alpi Orobie. La sua cresta divide la Valle Seriana e la Valle di Scalve, due valli importanti del territorio bergamasco. È conosciuto anche per il disastro del Gleno del 1923, quando una diga crollò causando una devastante alluvione nella Valle di Scalve.
La scelta del Monte Gleno da parte dell'AIDO non è casuale. L'associazione, che si occupa di promuovere la cultura della donazione di organi, tessuti e cellule, ha voluto legare il simbolo della montagna, un luogo di altezza e difficoltà, con l'importanza della donazione, un atto che permette di "raggiungere nuove vette" nella vita di chi riceve un trapianto.
Il messaggio che AIDO vuole trasmettere attraverso questo evento è chiaro: la donazione di organi è un dono inestimabile, che può salvare vite e permettere a molti di raggiungere nuove vette, sia fisiche che simboliche. La presenza dell'AIDO sul Monte Gleno simboleggia il costante impegno dell'associazione a rimanere "sempre in vetta" per promuovere la cultura della donazione e per ricordare l'importanza di questo gesto di solidarietà.
Questa iniziativa serve a rafforzare il messaggio di solidarietà e speranza, utilizzando la montagna come metafora della sfida e della conquista. Il Monte Gleno, con la sua storia e la sua maestosità, diventa così il palco ideale per diffondere un messaggio positivo e di vita, portando alla ribalta l'importanza della donazione di organi.
Paolo Valoti - Monte Menna 2300 mt slm
Monte Menna
Il Monte Menna si trova tra le valli Brembana e Serina, offrendo una vista spettacolare sulle valli circostanti e sulle altre cime delle Prealpi Orobie.
Sentieri e escursioni: Esistono diversi itinerari escursionistici che conducono alla cima del Monte Menna. Alcuni percorsi sono piuttosto impegnativi e richiedono una buona preparazione fisica e una certa esperienza di montagna. Tra i percorsi più popolari c'è quello che parte da Zorzone, una frazione del comune di Oltre il Colle.
Flora e fauna: La zona del Monte Menna è ricca di biodiversità, con una varietà di piante alpine e animali selvatici. È possibile avvistare specie come camosci, marmotte e, con un po' di fortuna, anche l'aquila reale.
Il Monte Menna è noto per la sua composizione geologica, caratterizzata da rocce calcaree, che conferiscono al paesaggio un aspetto maestoso e drammatico, con pareti rocciose scoscese e creste affilate.Oltre alla bellezza naturale, il Monte Menna è circondato da diverse altre attrazioni, come i rifugi alpini e le antiche malghe, che testimoniano la tradizione pastorale della zona.
Paolo Valoti - Monte Vindiolo 2056 mt slm
Monte Vindiolo
Da Valcanale seguire le indicazioni per Rif Alpe Corte, avendo poi 2 possibilita’:
– poco prima di raggiungerlo si prende il bivio per Rif e passo Branchino
– raggiungere il Rifugio Alpe Corte, a pochi minuti dal bivio, e poco dopo il Rifugio si trovano le indicazoni per il Passo Branchino, che in breve si ricongiunge alla prima possibilita’
Si passa per la Baita bassa e poi alta di Nevel, poi, per ambiente sempre piu’ ampio, si raggiunge il Rif Branchino, con alle spalle l’omonimo lago.
Con un dolce traverso sopra il laghetto si raggiunge il Passo Brachino.
Dal passo scendere di circa 20 m nella valletta sottostante e risalire i pendii verso un piccolo rudere; da quest’ultimo seguire il percorso logico di dorsale e creste.
Ad una selletta inizia la parte piu’ ripida di cresta che porta al Monte Vetro 2054 m, facendo attenzione all’esposizione sul lato nord della montagna.
Dal Monte Vetro scendere per ampia e dolce cresta di circa altri 20 m e risalire al vicino Monte Vindiolo 2056 m, sempre per ampia cresta.
Ritorno seguendo il percorso dell’andata, tagliando eventualmente la base del Monte Vetro.
Paolo Valoti - Pizzo del Diavolo di Malgina 2926 mt slm
Pizzo del diavolo di Malgina 25 agosto 2024
Il Pizzo del Diavolo della Malgina è cosi chiamato per differenziarlo dall´omonimo Pizzo del Diavolo che si trova in Val Brembana ed è la montagna più alta nella cerchia del Rifugio Curò. Il sentiero per la salita è ben segnalato fino al Lago della Malgina, dopo si seguono rari bolli rossi e omini (sconsigliabile con nebbia).
Da Bergamo prendere la statale della Val Seriana fino a Ponte Nossa, quindi si prende la Provinciale della Val Bondione e oltrepassato il paese si può parcheggiare in Loc. Grumetti (q. 975 m), quindi si segue il sentiero per il Rif. Curò con segnavia CAI 305.
Paolo Valoti - Vetta alla Cima dell'Amicizia 2384 mt slm
La Cima dell’Amicizia è in realtà il monte Pietra Quadra a Roncobello.
Paolo Valoti - Vetta Pizzo Tornello 2687 mt slm
Vetta Pizzo Tornello 31 agosto 2024
Cima isolata di bella forma che divide la valle del Gleno dalla valle del Vo, particorlarmente ricca di acque e solcata dal torrente Tino, panoramicamte stupenda. È la cima più alta del gruppo Tornello Venerocolo.
Accesso: Statale della Val Seriana fino al Passo della Presolana quindi si scende a Dezzo e si prosegue per la statale della Val di Scalve, superata Vilminore al cartello Vilmaggiore si gira a sinistra, si entra in paese e si parcheggia nello spiazzo della chiesa.
Descrizione della salita: Si sale seguendo il sentiero segnato n. 432 che conduce alla Baita Napoleone, dopo circa 10 minuti ad un bivio segnato con cartello segnavia n. 412 Lago di Varro - Pizzo Tornello si segue a destra tralasciando il n. 432 che a sinistra porta alla suddetta baita. Si sale nel bosco seguendo le segnalazioni CAI bianco rosse per ripide serpentine che portano ad un fontanino. Usciti dal bosco per magri pascoli, sempre seguendo fedelmente i segni, si perviene ad un bivio dove un cartello indicatore indica a sinistra la Baita del Varro e si arriva cosi alla Baita (q. 2010 m). Risalendo sempre su terreno ora pascolivo ora pietroso si perviene in una conca con grosso omino in pietra, piu sopra si sbuca nella conca del Lago di Varro (q. 2236 m), si continua verso N aggirando il lago alla nostra sinistra e si sale l´evidente sella che separa il Pizzo Tornello al Monte Tornone. Qui giunti si sale a sinistra per costa pietrosa e si giunge sulla vetta con grande Croce Bianca.
Discesa: Come per la salita. Salita piuttosto faticosa ma molto appagante, si puo anche salire dal Rif. Tagliaferri dalla Valle del Vo, comunque la salita dalla Valle del Tino qui descritta, come detto, è molto appagante.
Paolo Valoti - Alla cima al Cimon della Bagozza 2409 mt slm
Cimon della Bagossa 7 settembre 2024
n Val di Scalve, insieme ad Alpini ANA e Soci CAI di Colio, per il dono della vita.
Il Cimone della Bagozza è una vetta piuttosto appariscente che si innalza tra l'alta Val di Scalve e la valle di Lozio, breve ramo laterale della Val Camonica, sulla dorsale che comprende anche il Pizzo Camino e che culmina nel gruppo montuoso della Concarena, all'estremità orientale. Il versante meridionale della montagna fa parte, dal punto di vista amministrativo, della Provincia di Brescia, mentre il versante settentrionale è interamente in Provincia di Bergamo.
Paolo Valoti - Sua Maestà: Pizzo Coca 3050 mt slm
Valbondione 28 settembre 2024
IL GIGANTE DELLE OROBIE PER IL DONO DELLA VITA
Con i suoi 3.052 m il pizzo Coca è la vetta orobica più alta, piazzandosi davanti al pizzo Redorta (3.038 m) e alla punta Scais (3.038 m). Si eleva maestoso oltre 2000 m sopra il fondovalle seriano e separa la valle di Coca, la Valmorta e la val d'Arigna. Il versante nord (valtellinese) è il più austero, caratterizzato da pendii scoscesi alla base dei quali sono presenti piccoli ghiacciai, come la Vedretta del Marovin e la Vedretta del Lupo. I versanti sud ed est (bergamaschi), meno selvaggi ma comunque impervi, sono quelli su cui si sviluppano le vie di salita più battute.
Ha due sommità distanti una cinquantina di metri: la meridionale (cima principale), interamente compresa nel territorio seriano, che si trova subito a nord dell'incontro degli spigoli sud e sud-est, e la settentrionale, di elevazione appena minore, situata sulla linea orografica principale.
Dalla cima si può godere di un grandioso panorama a 360° sulle Orobie e le Alpi Retiche. Oltre a diverse vette minori, si possono ammirare:
- verso nord il Gruppo del Bernina, il Monte Disgrazia e le Alpi Retiche occidentali;
- verso est le cime che contornano il lago del Barbellino (Pizzo del Diavolo della Malgina, Monte Torena, Pizzo Strinato, Monte Costone, Monte Trobio, Monte Gleno, Pizzo Recastello) e l'Adamello;
- verso ovest il Pizzo Redorta, la Punta Scais, il Pizzo del Diavolo di Tenda,
- verso sud la Presolana, il Pizzo Arera e in lontananza l'Appennino tosco-emiliano.
Sul versante bergamasco il Coca, insieme al Redorta e allo Scais, fa parte di una dentellata cresta disposta a ferro di cavallo attorno ad una conca detritica chiamata Conca dei Giganti (perché delimitata dalle 3 vette orobiche più alte), la quale ospita il lago di Coca. Appena a nord-ovest del pizzo Coca sorge il Dente di Coca, montagna alpinisticamente molto più difficile.
Il suo nome deriva dal termine Cocca, che significa "vetta"
in vetta per il dono della vita - 2024
Gruppo Comunale di Cene a Selva di Cadore e passo Crona Piana 2302 slm
Selva di Cafore 6 luglio 2024
Passo Corna Piana 11luglio 2024
Gruppo Comunale di Cene sulla Corna Longa mt 1274 slm
La Corna Longa di Sovere è situata nelle Prealpi Bergamasche, in Lombardia, Italia, ed è una meta molto apprezzata dagli escursionisti grazie ai suoi spettacolari panorami e ai sentieri ben segnalati.
Questa montagna si trova vicino al comune di Sovere, in provincia di Bergamo, e la sua vetta raggiunge un'altitudine di circa 1611 metri sul livello del mare.
Esistono diversi sentieri che conducono alla cima, alcuni dei quali partono direttamente da Sovere o dai paesi vicini come Bossico e Castro. I percorsi possono variare in difficoltà, offrendo opzioni sia per escursionisti esperti che per principianti. Dalla cima, si può godere di una vista spettacolare che spazia dalla Valle Camonica al Lago d'Iseo, fino alle Alpi Orobie.
La zona è ricca di biodiversità, con una varietà di piante alpine e fauna locale che può essere avvistata lungo i sentieri.
in vetta per il dono della vita - 2024
Gruppo Comunale di Lallio sul monte Purito 1250 mt slm
http://blog.aidobergamo.it/wp-content/uploads/2024/07/Filmato-Lallio-Monte-Purito.mp4
Lallio 7 luglio 2024
Il Monte Purito si trova proprio nel centro del paese di Selvino (BG) ad una altitudine di 1136 m e merita sicuramente una visita specialmente nel periodo estivo, quando tutte le attrazioni del Purito sono nel pieno dell’attività. Questo luogo è stato per noi una piacevole sorpresa : un vero e proprio luogo magico sia per adulti che per bambini!
Dove parcheggiare?
Dopo numerosi tornanti raggiungerete il centro di Selvino e da qui potrete lasciare la vostra automobile nei parcheggi a pagamento con gratta e sosta, acquistabile presso i bar e tabacchi della zona. Il parcheggio costa 1 euro all’ora con prima mezz’ora gratuita nei festivi e ad agosto, mentre negli altri giorni è a disco orario. Altrimenti trovate qualche parcheggio gratuito su Via Fiume Serio, da dove effettivamente parte la mulattiera che porta al parco avventura del Monte Purito.
Come raggiungere il Monte Purito?
Il Monte Purito è raggiungibile tramite seggiovia da via Monte Rosa a Selvino oppure si può fare un breve trekking fino alla cima. In questo ultimo caso la mulattiera parte da Via Fiume Serio sempre a Selvino. Si tratta di un percorso totalmente in salita e con dislivello di circa 150 m, in circa mezz’ora si arriva in cima al Monte Purito. Può essere percorso senza problemi anche dai bambini. Sconsigliamo il passeggino per via della pendenza.
Cosa fare al Monte Purito?
Una volta raggiunto il Monte Purito, noterete che ci sono parecchie attrazioni sia per grandi che piccini:
- Parco avventura Monte Purito: Un parco avventura che permette di percorrere vari percorsi imbragati sugli alberi. I percorsi sono suddivisi in base all’età e all’altezza. Per esempio il percorso arancione è pensato per i più piccoli, dai 3 anni in su circa. I prezzi per accedere al parco avventura partono dai 12 €.
- Fattoria degli animali: Potrete vedere galline, galli, pecore, conigli e asini nel bel mezzo della natura del Purito. Il nostro animale preferito è sicuramente la pecora dal naso nero del Vallese, conosciuta anche come “la pecora più carina del mondo” è un’antica razza originaria della regione svizzera del Vallese. Fatevi conquistare anche voi dal suo buffo musetto nero!
- Percorso sensoriale: In cima al Monte Purito troverete un piacevole percorso che vi permetterà di scoprire i nomi e le caratteristiche delle specie di albero che vivono sul monte. Troverete inoltre un’altalena, un tronco oscillante e uno xilofono gigante realizzati in legno e perfettamente in armonia con la natura circostante. Dalla cima potrete ammirare i monti circostanti (tra cui Presolana, Monte Poieto, Grigna, Valcava).
- La grotta della Madonna di Lourdes: Realizzata in cima al Monte Purito nel 1961 in memoria della Madonna dai muratori selvinesi. La struttura è in tufo, che fu trasportato in cima al monte con l’ausilio di muli e poi lavorato sul posto dagli artigiani del paese.
- Il Rifugio 1111: Situato all’arrivo della seggiovia, è chiamato così per l’altitudine a cui si trova. Questo rifugio rappresenta un luogo perfetto dove pranzare o semplicemente fare una breve sosta. Se invece preferite fare un pic-nic ci sono tavoli nella parte bassa del monte oppure un pratone verde con vista in cima al monte (in zona percorso sensoriale).
Per noi il Monte Purito è stata una piacevole sorpresa, speriamo lo possa essere anche per voi!
Mario Dometti
da www.noilombardia.com
Gruppo Comunale di Lallio al rifugio Similaun mt. 3019 slm
Lallio 15 luglio 2024
AIDO Lallio in trasferta in Tirolo.
Ornella, Matteo, Donato, Nicoletta sul Similanun Sud Tirolo, 3019 mt.
La Similaunhütte si trova a 3019 m sul livello del mare presso lo storico valico di Niederjoch, che collega il Tirolo del Sud con il Tirolo del Nord.
Il rifugio fu costruito nel 1898 da Serafin Gurschler ed è di proprietà della famiglia Platzgummer-Pirpamer da quattro generazioni.
La Similaunhütte è sempre stata conosciuta per il buon cibo e il miglior vino del Tirolo del Sud, ed è una meta popolare per gite di un giorno e una base importante.
Gruppo Comunale di Lallio: Mezzoldo, rifugio Madonna delle Nevi 1300 mt slm
Lallio 15 luglio 2024
AIDO Lallio Animatori CRE.
Gli animatori maggiorenni del CRE dell'oratorio di Lallio hanno portato con orgoglio la bandiera di AIDO al rifugio Madonna delle Nevi a 1300 metri, a Mezzoldo. Questo gesto simbolico riflette il loro impegno non solo nell'organizzazione delle attività estive, ma anche nella promozione di valori importanti come la solidarietà e la donazione di organi. La loro dedizione contribuisce a sensibilizzare la comunità su temi cruciali, dimostrando come anche le piccole azioni possano fare una grande differenza.
Gruppo Comunale di Lallio: Forcella Crespeina 2527 mt slm - Rifugio Puez 2475 mt slm
Lallio 18 luglio
Mattia e Claudia
Gruppo Comunale di Lallio: Rifugio Stevia 2312 mt slm
Lallio 15 luglio
Zona Seva di Val Gardena immerso fra le Dolomiti dell'Ato Adige
Gruppo Comunale di Lallio: Giro del Sassolungo:
Rifugio Comici 2164 mt slm,
Rifugio Vicenza 2257 mt slm,
Forcella del Sassolungo 2685 mt slm
Lallio 16 luglio
Mattia e Claudia
Il giro del Sassolungo è un trekking ad anello che tipicamente inizia da Passo Sella, punto di congiunzione tra la Val di Fassa e la Val Gardena. Si può percorrere sia in senso orario che antiorario; in questo post seguiremo il senso orario.
- Punto di partenza e arrivo: Passo Sella, vicino al rifugio omonimo (2180 m)
- Tappe del percorso: Passo Sella (2180 m) — Rifugio Toni Demetz, forcella Sassolungo (2685 m) — Rifugio Vicenza (2253 m) — Rifugio Comici (2154 m) — Passo Sella
- Mappa Tabacco 06, Val di Fassa e Dolomiti fassane
- Sentieri 525, 526
- Dislivello: 773 m D-; 329 D+
- Quanto dura e quanto è lungo il giro del Sassolungo: secondo la segnaletica, 3 ore e mezza (soste escluse), 10 km
- Difficoltà: escursionistico (E).
Il giro del Sassolungo non è un’escursione particolarmente difficile. Il primo tratto, dalla Forcella Sassolungo al Rifugio Vicenza, inizia con una discesa ripida e potenzialmente scivolosa. Poi il giro continua senza grandi dislivelli in salita; tuttavia è un percorso in montagna piuttosto lungo, da intraprendere se siete già abituati a camminare in montagna, non se siete alle prime uscite.
in vetta per il dono della vita - 2024
Gruppo Comunale di Gorlago sul monte Alben 2019 mt slm
Gorlago 7 luglio 2024
Escursione AIDO Gorlago: conquista della vetta tra nuvole e amicizia
L'alba di una nuova avventura per il gruppo AIDO di Gorlago è iniziata al Passo di Zambla, dove i nostri tredici coraggiosi escursionisti, dieci provenienti da Gorlago e tre da San Paolo d'Argon, hanno parcheggiato le loro auto per poi avviarsi a piedi intorno alle 8.30 del mattino. La meta? La vetta, raggiunta con determinazione e spirito di gruppo.
Il sentiero scelto non era per principianti; richiedeva esperienza e abilità per affrontare alcuni passaggi impegnativi, soprattutto nella parte finale che portava alla cima. Nonostante ciò, la vista panoramica e l'emozione di raggiungere la vetta dopo circa due ore e mezza di cammino hanno ripagato ogni sforzo.
Arrivati in cima, i partecipanti hanno immortalato il momento con le consuete foto di rito, godendo del paesaggio suggestivo avvolto dalle nuvole. La discesa è stata altrettanto avventurosa: un breve bivacco lungo il percorso ha offerto un luogo perfetto per pranzare e riposarsi. Il ritorno alle macchine ha richiesto circa due ore, durante le quali il gruppo ha affrontato con coraggio anche un po' di pioggia, che però non ha smorzato l'entusiasmo né l'allegria.
Questa escursione, nonostante le condizioni meteorologiche incerte, è stata un successo grazie alla determinazione dei partecipanti e all'ottima compagnia. Camminare tra le nuvole ha aggiunto un tocco di magia all'intera esperienza, rendendola indimenticabile per tutti.
In conclusione, l'escursione del gruppo AIDO di Gorlago non è stata solo un'opportunità per esplorare la natura, ma anche un momento di condivisione e amicizia, dimostrando che con la giusta compagnia e spirito di gruppo, nessuna cima è irraggiungibile.
Mario Dometti
http://blog.aidobergamo.it/wp-content/uploads/2024/07/Gorlago-Alben-filmato.mp4
in vetta per il dono della vita - 2024
Gruppo Comunale di Cassiglio al rifugio Calvi mt 2015 slm
Cassiglio 7 luglio 2024
È molto bello sapere che il gruppo comunale di Aido di Cassiglio abbia intrapreso l'escursione al rifugio Calvi nonostante le avverse condizioni meteo. Anche se il brutto tempo ha impedito di raggiungere l'obiettivo di mettere la bandiera, il gesto di solidarietà e l'intento sono comunque arrivati forti e chiari. La determinazione e l'impegno del gruppo dimostrano come lo spirito di comunità e il desiderio di diffondere un messaggio positivo possano superare anche le difficoltà più impreviste.
Quanto accaduto ci ricorda che, a volte, il viaggio e le intenzioni sono più significativi del raggiungimento dell'obiettivo finale. La bandiera di Aido rappresenta non solo un simbolo di appartenenza e solidarietà, ma anche un impegno verso valori importanti come la donazione e l'aiuto reciproco. Anche se la bandiera non è stata ancora posizionata, il gruppo ha comunque fatto un passo importante nella promozione di questi valori. Le sfide affrontate lungo il percorso rafforzano il legame tra i partecipanti e la comunità, evidenziando come l'unità e la perseveranza possano portare a grandi risultati.
Sicuramente ci sarà un'altra occasione per mettere la bandiera e celebrare l'importante messaggio di Aido. La solidarietà e l'impegno del gruppo sono da lodare, e il loro esempio è un'ispirazione per tutti. In un mondo in cui spesso si corre alla ricerca del successo immediato, è fondamentale ricordare che ogni piccolo gesto conta e che la strada percorsa, con tutte le sue difficoltà, arricchisce e definisce il valore del traguardo raggiunto.
Mario Dometti
in vetta per il dono della vita - 2024
Gruppo Oltre la Goggia sullo Zuccone Campelli - 2161 t slm
Oltre la Goggia 7 luglio 2024
Ecco il nostro mitico scalatore Max che ha portato la bandiera delle 50 vette sullo ZUCCONE CAMPELLI per il nostro altrettanto mitico gruppo Oltre la Goggia
Salita breve ma molto bella se effettuata dai piani di Bobbio.Dal versante opposto (Rif. Cazzaniga perde molto del suo fascino)Il periodo ideale è in primavera in modo da sfruttare i canaloni ancora innevati.
Percorrendo la Val Brembana ad un certo punto si seguono le indicazioni per la Valtorta Piani di Bobbio. Si gira a sinistra e si percorre la strada fino ad un pianoro da dove la strada diviene sterrata. Ancora 15 minuti e arriviamo ai piani di Bobbio dove lasciamo l´auto. Proseguiamo ora a piedi per stradina sterrata in salita fino al rifugio Lecco. (circa 15 Minuti)
Dal rifugio Lecco si segue la traccia della pista da sci che si inoltra verso l´anfiteatro roccioso dello Zuccone. Dopo 10 minuti si segue un sentierino che si stacca a destra e si inoltra sulla neve che scende dai vari canaloni . Si risale verso destra con moderata pendenza, e ad un certo punto si trova una diramazione (noi seguiamo quella di destra più larga). Proseguendo con pendenza decisamente più marcata si arriva alla sommità del canalone dove giriamo a sinistra (a destra un breve sentiero porta allo Zucco Pesciola). Si risale per breve tratto fino ad arrivare al punto più difficile della salita: una paretina di circa 10 metri abbastanza esposta. La si supera e si arriva ad un´anticima (figura del Cristo) Poi in ancora 15 minuti, superando un intaglio attrezzato con catene, e poi risalendo x roccette si giunge alla alla panoramica cima.
Si ritorna sui nostri passi fin quasi all´anticima prima della quale troviamo una deviazione segnalata ,che conduce verso il rifugio Cazzaniga. La prendiamo e con agevole sentiero scendiamo fin sotto il rifugio citato, dove poco prima si prende il sentiero degli Stradini (indicazione) che passando sotto le impervie pareti dello Zuccone ci riporterà al rifugio Lecco.
Nella descrizione si è evidenziato la scelta di seguire il canalone di destra ma cosi facendo si trova il tratto di 2° grado che invece si può evitare scegliendo il canalone più a sinistra (canalone dei Camosci) Il panorama dalla cima è grandioso sulle alpi Orobie e gruppo Disgrazia.
dal sito www.vienormali.it/
in vetta per il dono della vita - 2024
Gruppo Comunale di Verdello a Selva di Cadore
Selva di Cadore 6 luglio 2024
Un altro magnifico angolo delle stupende Orobie. L’escursione inizia dopo aver lasciato l’auto a Tezzi Alti poco oltre i 900 metri (fr. di Gandellino), si prende la strada forestale che conduce alla Val Sedornia. Questo percorso sale costeggiando inizialmente baite e prati, per poi addentrarsi nel fitto bosco di abeti fino a raggiungere la Cappella di S. Carlo (1163 metri). Successivamente, si attraversa il torrente e si incrocia il sentiero 313 proveniente da Boario. Da questo punto inizia la salita attraverso una comoda mulattiera con una pendenza regolare. Si passano le stalle di Prato di Vigna a 1350 metri. Dopo aver lasciato i prati, si entra nel bosco e si continua la salita con una pendenza graduale ma costante. Vicino a un vallone, si abbandona la strada e si prende il sentiero a sinistra che sale verso nord. Attraversando prati e boschi, si raggiunge prima la baita Bassa Vigna Vaga (1507 m) e poi la baita di Mezzo Vigna Vaga (1660 m). La salita continua in un ambiente più aperto fino al Laghetto Spigorel (1821 m). Si prosegue lungo il sentiero in direzione del monte Barbarossa fino a incrociare il sentiero 401 (sentiero delle Orobie) a quota 1800 metri circa. A sinistra si trova il sentiero per Lizzola, a destra quello che porta al rifugio Albani. Prendendo questa direzione, si prosegue nell’ampio vallone, superandolo con ampi e faticosi zig zag ghiaiosi fino a risalire il versante del Pizzo di Petto. Si raggiunge l’ultimo tratto attrezzato con catene che consente di arrivare al Passo del Pizzo di Petto poco oltre i 2200 metri. A sinistra si sale al Pizzo, mentre a destra un lungo traverso che domina la valle Conchetta porta al Passo Fontanamora a 2235 metri. Si abbandona il sentiero 401 per prendere il sentiero che, dapprima su larga cresta e poi su pendio scosceso, sempre erboso, conduce alla Cima Vigna Vaga a 2332 metri. Una breve pausa permette di ammirare il paesaggio incantevole che spazia a 360°, dalla pianura all’Adamello… In discesa fino a ritornare al Passo di Fontanamora, da cui si diramano due sentieri: il 401 (sentiero delle Orobie) in direzione del Rifugio Albani e uno che va verso il Passo degli Omini/Baite del Moschel. Si segue questo percorso che, in discesa graduale, attraversa ampi valloni fino a raggiungere la baita nella zona di Foppana. Da qui, si prende il sentiero 314 che, da un lato, sale al Passo degli Omini e, dall’altro, va in direzione della Valle Sedornia. Il sentiero, con sbalzi decisi, a volte erbosi e a volte su sfasciume e detriti, porta a una diminuzione di quota e conduce prima alla Baita Zuccotto e successivamente alla baita bassa di Fontanamora, vicino al bivio con il Lago Spigorel/sentiero dell’Orso, già attraversato durante la salita. Da qui, la mulattiera riporta ai passi fatti fino alla frazione Tezzi Alti.
Mario Dometti
in vetta per il dono della vita
AIDO Bergamo torna sulle vette Orobiche
"Un messaggio di speranza"
Bergamo 4 luglio 2024
Ritorna "In vetta per il dono alla Vita", l'iniziativa nata nel 2021 per celebrare il 50° anniversario della Dob (Donazione Organi Bergamo). Un evento, promosso da Aido Provinciale Bergamo, per continuare a proporre l’importante messaggio di solidarietà, portando la bandiera dell’associazione su 50 vette delle Orobie.
«L'organizzazione dell'evento seguirà le stesse modalità degli anni precedenti», chiarisce il presidente di Aido Provinciale Bergamo, Gianpietro Zanoli. «Chiunque desideri partecipare potrà raggiungere una vetta o un rifugio a propria scelta. Arrivati in cima, chiediamo ai partecipanti di scattare una fotografia o proporre un filmato con la bandiera di Aido ben visibile, insieme ai membri del gruppo. Queste fotografie potranno poi essere inviate a un referente, il cui contatto verrà fornito successivamente, per essere pubblicate sul blog.aidobergamo.it, sui social media e trasmesse dalle emittenti televisive locali, amplificando così il messaggio che la donazione di organi, tessuti e cellule è un atto di amore verso il prossimo, un dono che, per molte persone, può fare la differenza tra la vita e la morte».
L'iniziativa si estenderà per tutto il mese di luglio. Tuttavia, la giornata simbolica scelta è domenica 7 luglio, un giorno che rappresenta un momento speciale di unione e condivisione per tutti i partecipanti. Per l'evento di quest'anno è stata creata una nuova bandiera, che potrà essere ritirata presso la Sede Aido a Bergamo, dal lunedì al giovedì, dalle 14.30 alle 18.30 e il sabato, sempre dalle 14.30 alle 18.30, a partire dal 6 luglio 2024. «In vetta per il dono alla Vita, non è solo un'escursione in montagna, ma porta con sé uno zaino carico di significati», prosegue Zanoli. «Partecipare significa contribuire a diffondere un messaggio di speranza e solidarietà, promuovendo la cultura della donazione di organi. Ogni vetta raggiunta con la bandiera di Aido rappresenta un simbolo di vita e speranza per chi attende un trapianto. La donazione di organi e cellule è un atto di generosità estrema che può salvare vite e migliorare la qualità della vita di chi è in attesa di un trapianto. Aido si impegna da oltre cinquant’anni a sensibilizzare l'opinione pubblica su questo tema cruciale, educando e informando sulla possibilità di diventare donatori. Attraverso iniziative come "In vetta per il dono alla Vita", Aido mira a rafforzare la consapevolezza e a incoraggiare più persone a iscriversi come donatori. La partecipazione a questa iniziativa non solo celebra la bellezza delle nostre montagne, ma sottolinea anche l'importanza di un gesto altruistico che può salvare vite umane. Aido Provinciale Bergamo resta a disposizione per qualsiasi chiarimento o informazione aggiuntiva riguardante l'iniziativa. Unisciti a noi – conclude il presidente Zanoli - e aiuta a portare in alto il messaggio di solidarietà e dono, trasformando ogni vetta in un simbolo di vita e speranza».
Mario Dometti
Fai goal con aido
Torneo di calcetto a 5 sull'erba a Cavernago
16 giugno 2024
Nella splendida cornice del centro sportivo di Cavernago, si è svolto un emozionante torneo di calcetto a 5 sull'erba, dedicato alla memoria di Giorgio Brignoli e Alberto Ravanelli. L'evento ha visto la partecipazione di 15 squadre, ciascuna composta da 10 atleti, in una giornata all'insegna dello sport e della solidarietà.
Durante la pausa, alle 14:30, si è tenuto un momento di informazione molto significativo, in cui si è parlato dell'importanza della donazione di organi grazie all'intervento di AIDO (Associazione Italiana per la Donazione di Organi, Tessuti e Cellule). In questa occasione, alcune persone trapiantate hanno avuto l'opportunità di raccontare la propria esperienza, sensibilizzando i presenti su questo tema cruciale.
La giornata si è conclusa con l'estrazione di una sottoscrizione a premi, aggiungendo un ulteriore momento di gioia e partecipazione per tutti i presenti. Durante l'intero evento, agli atleti è stata offerta colazione e pranzo, mentre per i tifosi c'era la possibilità di pranzare con il "menù atleti" o di gustare un classico pane e salamella. Inoltre, è stato allestito uno spazio giochi per i ragazzi, con la possibilità di giocare a beach volley.
L'evento è stato organizzato da AIDO Comunale di Gorle e AIDO Provinciale di Bergamo, con il patrocinio del Comune di Cavernago, del Comune di Bergamo e della Provincia di Bergamo.
Classifica Finale
- ZANICA - 1° classificato
- MONTELLO - 2° classificato
- MORNICO AL SERIO - 3° classificato
- GORLE - 4° classificato
Un grande ringraziamento a tutti coloro che hanno partecipato e reso possibile questa giornata, dimostrando ancora una volta come lo sport possa essere un veicolo di valori importanti e di comunità.
https://youtu.be/i483SHIad-I?si=ZVM14g_8aD1fHgPS
La carica dei 15mila: AIDO c'è:
Una marea «atalantina» domenica 19 maggio ha invaso la
città.
Antonio Percassi ha dato il via alla 15esima edizione.
La XV edizione della Camminata Nerazzurra ha visto un'incredibile partecipazione di gente e tra gli stand che hanno onorato l'evento, quelli di AIDO. Con due gazebi strategici, uno informativo sul Sentierone e uno di ristoro in Colle Aperto, i volontari di AIDO hanno dimostrato il solito impegno e una dedizione senza pari. Grazie a loro, i partecipanti hanno potuto non solo informarsi sull'importanza della donazione di organi, ma anche ristorarsi e ricaricare le energie.
Ancora una volta gli organari di AIDO non sono stati lasciati soli: erano affiancati dai gruppi comunali di Grassobbio, Grumello al Piano, Lallio, Lenna, Paladina, Ponte San Pietro, Pontida, Ranica, San Paolo D'Argon, Seriate, Sorisole e Stezzano. Un vero esercito di solidarietà e supporto, pronti a dare il loro contributo per una causa così nobile, hanno mostrato il vero spirito del volontariato e della solidarietà. Sacrificando il proprio tempo libero (non solo la domenica) hanno dimostrato un impegno straordinario per gli ideali di AIDO.
È grazie anche a questa "brava gente" che eventi come la Camminata Nerazzurra possono essere un successo e che si può diffondere consapevolezza e solidarietà nella comunità. Un esempio tangibile di come piccoli gesti possano fare la differenza nella vita di tante persone.
Grazie alla presenza di AIDO e dei gruppi comunali, la Camminata Nerazzurra non è stata solo un evento sportivo, ma anche un'opportunità per diffondere consapevolezza e solidarietà nella comunità.
Everardo Cividini
https://youtu.be/VvXzHRmYsTc?si=z9YoaGb-RgimA-vi
Bergamo 18 maggio 2024
Bergamo è stata letteralmente invasa dalla marea nerazzurra in occasione della quindicesima edizione della Camminata Nerazzurra! Immagina: 15.000 persone hanno preso d'assalto le strade, indossando fieramente la maglia firmata da Antonio Percassi. Ma c'è stato un ospite speciale tra la folla: un gazebo informativo di AIDO ha fatto capolino, sensibilizzando tutti sull'importanza della donazione di organi.
Il presidente Percassi, come un vero re del popolo, ha dato il via alla festa, salutando i tifosi e scattando selfie a più non posso. “Andiamo in Champions ancora!” ha esclamato, facendo vibrare l'aria di eccitazione. E non è stato l'unico a fare il suo ingresso trionfale: il sindaco di Bergamo, Giorgio Gori, e Lara Magoni, sottosegretario regionale con delega allo sport, si sono uniti al coro di festeggiamenti.
Poi, il grande momento tanto atteso: il via alla camminata! Una folla colorata ha invaso le strade, creando un'atmosfera che mancava da una vita. Tra i partecipanti, c'erano piccoli tifosi nerazzurri con la maglia ufficiale, famiglie intere con cani al seguito e un'energia contagiosa che ha fatto vibrare la città.
Ma non è finita qui! La camminata, oltre a essere una festa per gli appassionati di calcio, è anche un'opportunità per fare del bene. Parte dei proventi viene devoluta in beneficenza, dimostrando che il cuore dei bergamaschi è grande quanto il loro amore per l'Atalanta.
E non dimentichiamo la prima edizione della Cronoscalata Nerazzurra! Una corsa a cronometro che ha messo alla prova la resistenza di tutti i partecipanti, regalando emozioni da brivido e sorrisi a non finire. Insomma, un weekend all'insegna dello sport, della solidarietà e del divertimento, che ha fatto gridare al mondo intero: Forza Atalanta! e forza AIDO
Everado Cividini